Storicamente Venezia, porta d’Oriente, ha sempre accolto genti, culture e religioni diverse. I mercanti avevano il loro fondaco (dall’arabo فُنْدُق funduq), magazzino con accesso dall’acqua, dove però potevano anche alloggiare e che diventava punto di riferimento della loro comunità.
Ne è un esempio il Fontego dei Turchi, che la Serenissima destinò ai mercanti turchi nel 1621, i quali lo tennero fino al 1838, adattandolo ai loro usi e costumi e costruendo anche una moschea. Ora è sede del Museo di Storia Naturale. Visitare il museo è un’esperienza multisensoriale e coinvolgente. In ogni sala è possibile non solo guardare, ma anche toccare, sentire, capire.
Gli Armeni si stabilirono per i commerci a Venezia fin dal XIII secolo. Nel XV secolo acquisirono importanza presso la Serenissima, dopo l’ambasceria di Caterino Zen ad Ussan Cassan, re di Persia e signore d’Armenia. Nel 1496 costruirono la piccola chiesa Santa Croce degli Armeni, che ampliarono tra il 1682 e il 1688, anno della consacrazione. Nel 1717 padre Mechtiar di Sebaste ottenne in concessione l’isola di San Lazzaro e restaurò la chiesa e costruì il convento. Per visitarla
Un altro luogo armeno è Palazzo Zenobio, che ospita il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena.
Fonte “DeTourism”