Per oltre settecento anni, ai tempi della Repubblica Serenissima, sono esistite a Venezia numerose confraternite devozionali e di mestiere, chiamate Scuole Grandi e Scuole piccole o minori, amministrate da laici sotto il controllo delle magistrature veneziane.
All’inizio del Cinquecento, si contavano più di 200 Scuole, di queste sei erano le Scuole Grandi, vere e proprie istituzioni devozionali dedite ad una fitta rete di attività assistenziali. Ogni Scuola aveva un santo patrono e un proprio edificio dove si raccoglievano i confratelli, luoghi che ancora oggi custodiscono straordinari patrimoni storici e artistici. Sono quattro le Scuole Grandi ancora in attività a Venezia: Carmini, San Giovanni Evangelista, San Rocco, San Teodoro.
Assai più numerose erano le Scuole minori, che furono per lo più confraternite associate ad una corporazione artigiana o commerciale, sorte per difendere comuni interessi professionali e sociali. Tutti i mestieri erano rappresentati: i “Botteri“, coloro che facevano botti; “Curameri“, coloro che lavoravano il cuoio; “Forneri“, che facevano il pane; “Frutaroli“; “Pistori” e molti altri.
Altre Scuole erano poi luoghi di incontro delle comunità straniere in città: ad esempio le Scuole dei Milanesi, Lucchesi, Albanesi, Tedeschi, Fiorentini. Anche le sinagoghe del Ghetto Ebraico erano chiamate Scuole, a dimostrazione del loro ruolo anche sociale, non solamente religioso e spirituale.
La Scuola Dalmata di San Giorgio e Trifone, detta anche San Giorgio degli Schiavoni, è una di queste Scuole dei foresti – stranieri in veneziano – fondata con l’intento di riunire i cittadini di origine dalmata residenti a Venezia. Tra le uniche confraternite religiose ancora vive e operanti in città, la Scuola ha origine nel 1451 – a seguito della conquista della Dalmazia da parte dei veneziani – istituita come confraternita di mutuo soccorso di marinai, soldati ed emigrati appartenenti alla comunità degli Schiavoni, termine con cui all’epoca si indicavano appunto gli abitanti delle isole dalmate.
Nella sala al pianterreno della Scuola è custodito uno dei più straordinari cicli pittorici del primo Rinascimento veneziano eseguito da Vittore Carpaccio agli inizi del Cinquecento, che raffigura le storie di Giorgio, Trifone e Gerolamo, i tre santi protettori della confraternita. La tela con la Visione di Sant’Agostino è sicuramente la più celebre della serie ed è legata alla storia di San Girolamo, che apparve ad Agostino per avvertirlo della sua morte imminente e ascesa in cielo.
La sede della scuola fu rinnovata nel 1551, quando la facciata venne rivestita in pietra d’Istria e fu realizzato il bassorilievo con San Giorgio per il portale. Proprio sopra l’altar maggiore è conservata una preziosa reliquia di San Giorgio. La Scuola Dalmata fu una delle rare istituzioni religiose che, in deroga al decreto delle soppressioni napoleoniche delle Scuole veneziane, riuscì a mantenere intatto e in loco il proprio patrimonio artistico.