“Qui la moglie e là il marito / Ognun va dove gli par / Ognun corre a qualche invito, / chi a giocar chi a ballar” (La Mascherata, 1751). Questi versi di Carlo Goldoni sono la sintesi dello spirito del Carnevale veneziano. Cosa fare per vivere il Carnevale come nel Settecento, ai tempi di Goldoni e Casanova, l’età dell’oro del Carnevale veneziano? Ecco i nostri suggerimenti.
- Per prima cosa, indossare la maschera: la baùta, il travestimento più classico, ossia mantello, tricorno e “larva”. La “larva”, questa maschera bianca a becco, copre interamente il volto e altera la voce di chi la indossa, senza però impedirgli di bere o mangiare. Era usata soprattutto dagli uomini, mentre le donne preferivano la moretta, piccola maschera ovale di velluto nero. Per farla aderire al volto la dama serrava fra i denti un bottone interno, restando così in silenzio.
- Gustare cioccolata calda, caffè e frittelle in uno dei tanti caffè storici. È proprio a Venezia, infatti, che è nata la tradizione dei caffè, diffusa poi nel resto d’Italia. La prima bottega da caffè fu aperta in Piazza San Marco nel 1683: nel 1759 la città contava ben 206 caffetterie.
- Ammirare il dipinto di Francesco Guardi a Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano che raffigura il Ridotto di Palazzo Dandolo a San Moisè. Il ridotto era una casa da gioco, dove veneziani e stranieri potevano ritrovarsi a giocare d’azzardo legalmente. Restava aperto per tutto il periodo dell’antico carnevale veneziano, che andava dal 26 dicembre al giorno delle Ceneri. Quanti vi si recavano erano tenuti a portare la maschera, per mantenere l’anonimato.
- Visitare il Teatro Goldoni, il teatro più antico della città ancora oggi esistente, costruito nel 1622. La visita con audioguida, disponibile in italiano e in inglese, consente di scoprire aneddoti e segreti dei grandi attori che dal ‘600 a oggi hanno recitato sul palcoscenico del Goldoni.