PADIGLIONE NAZIONALE BARBUDA E ANTIGUA – SALA TIZIANO

E’ stato inaugurato il Padiglione Nazionale di Barbuda e Antigua, alla presenza del Governatore Generale dell’isola e della curatrice presso la nostra Sala Tiziano che rimarrà aperto dal martedì alla domenica dal 26 Maggio al 25 Novembre 2018 dalle ore 10.00 alle ore 18.00, con ingresso da Dorsoduro 919.

 

BIENNALE ARCHITETTURA 26 MAGGIO-25 NOVEMBRE 2018

FREESPACE celebra la capacità dell’architettura di trovare in ogni progetto una nuova e inattesa generosità, anche nelle condizioni più private, difensive, esclusive o commercialmente limitate.

La 16. Mostra Internazionale di Architettura FREESPACE apre al pubblico il 26 maggio ai Giardini e all’Arsenale nonché in vari luoghi di Venezia. A cura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara, la Mostra include 71 architetti e studi invitati, 63 Partecipazioni nazionali e 12 Eventi collaterali.
Ai 71 partecipanti si affiancheranno due sezioni speciali: la prima, Close Encounter, meetings with remarkable projects (16 partecipanti) presenterà lavori che nascono da una riflessione su progetti che fanno parte della storia dell’Architettura; la seconda, The Practice of Teaching (13 partecipanti) raccoglierà lavori sviluppati nell’ambito dell’insegnamento.
Continua la collaborazione con il Victoria and Albert Museum per il Progetto Speciale Padiglione delle Arti Applicate all’Arsenale; un nuovo Progetto Speciale sarà inoltre allestito al Forte Marghera di Mestre.
La Biennale Architettura 2018 sarà accompagnata per tutto il periodo di apertura da un programma di conversazioni, i Meetings on Architecture, che costituiscono l’opportunità di ascoltare dal vivo le voci dei protagonisti della Mostra.

LA FESTA DELLA SENSA 13 MAGGIO 2018

Le origini della Festa della Sensa, in occasione del giorno dell’Ascensione di Cristo (in dialetto veneziano Sensa), affondano le radici nella storia di Venezia, più precisamente in due episodi: la conquista della Dalmazia da parte dei Veneziani, e la mediazione del doge Ziani tra il Papa Alessandro III e l’imperatore Federico Barbarossa culminata nella pace di Venezia del 1177.

In occasione di questa festa si svolgeva il rito dello Sposalizio del mare che celebrava il dominio della Serenissima sul mare. Il doge, con il seguito, si imbarcava sul Bucintoro, l’imbarcazione di rappresentanza, e, raggiunta la bocca di porto di San Nicolò, gettava in mare un anello d’oro.

Oggi è stata introdotta la componente di rievocazione storica e la simbologia del matrimonio mistico con il mare resta pregnante tuttora. Il sindaco, con le autorità civili e religiose, va in barca fino alla bocca di porto di S. Nicolò, dove effettua il rituale lancio dell’anello.

Fonte “DeTourism”

GLI SQUERI A VENEZIA

A Venezia esistono ancora gli squeri, piccoli cantieri dove esperti maestri d’ascia fabbricano e riparano le barche in legno della laguna. Basta uscire di qualche passo dagli abituali percorsi turistici per incontrare uno degli ultimi maestri squerarioli – si contano ormai sulle dita di una mano – che tramandano l’arte dell’antico mestiere di costruire le gondole e tutte le altre tipiche imbarcazioni lagunari, come i sandoli, le sanpierote, le caorline, i topi, i cofani.
Gli squeri tradizionali sono di regola costituiti da uno spiazzo n terra battuta digradante verso l’acqua per il varo e alaggio delle imbarcazioni, mentre il lavoro vero e proprio di costruzione delle barche avviene all’interno di una teza, capannone in legno che poggia su pilastri di cotto, che talvolta può avere un piano superiore destinato ad abitazione dello squerariol.

Ecco quattro squeri da visitare:

Squero San Trovaso a Dorsoduro 1097

Lungo rio San Trovaso vi si affaccia, sin da prima del Seicento.  L’edificio che lo ospita ricorda una baita alpina: tanto i carpentieri quanto il legname da costruzione provenivano dal Cadore; l’inclinazione del piazzale antistante e la tettoia che lo ricopre erano utili in caso di pioggia, oltre che come deposito per gli strumenti di lavoro.

Squero Domenico Tramontin & Figli a Dorsoduro 1542

Tra i costruttori di gondole ancora in attività che vantano una storia secolare, c’è questo squero, meritevole di una visita nel cantiere ad Ognissanti, che costruisce gondole dal 1884. Tra le tante curiosità che qui si possono incontrare, c’è la collezione di lame, ferri, forcole e altri oggetti appartenuti a illustri proprietari, tra cui la casa Savoia.

Squero Crea Giudecca 212,  il cui titolare è Gianfranco Vianello, detto Crea, grande campione del remo; il suo è l’unico squero a consegnare le gondole complete di tutti gli accessori compresi remi e forcole

Squero Dei Rossi Roberto Giudecca, 866/A.Seppur giovane (dal 1983), rispetta fedelmente la tipologia degli squeri caratteristici, ed è uno dei pochissimi che, oltre alla costruzione di gondole, si occupa anche della realizzazione e riparazione di natanti a remi tradizionali.

Fonte “DeTourism”

ALLA RICERCA DEI POZZI DI VENEZIA

Al di là degli itinerari più conosciuti, Piazza San Marco, il Ponte dei Sospiri e il Ponte di Rialto, ci sono intere zone di Venezia tutte da esplorare, dove si rivela l’anima autentica di questa città millenaria. Fra gli infiniti percorsi possibili per scoprire una Venezia diversa, condividiamo con voi l’itinerario suggerito dal Servizio Turismo Sostenibile della Città di Venezia ai partecipanti della 40 Su e Zo per i ponti.

L’itinerario ha per tema la scoperta dei pozzi di Venezia, una passeggiata nell’arte e nella storia, in luoghi al di fuori dei percorsi ordinari. Camminando per Venezia, infatti, vi potrà capitare spesso di imbattervi nelle vere da pozzo, le balaustre di protezione che chiudono i fori dei pozzi per la raccolta dell’acqua piovana, autentiche opere d’arte sparse in ogni angolo della città. L’inconfondibile aspetto di campi, corti, chiostri e giardini di Venezia non sarebbe tale senza i pozzi, oggi non più in uso ma per secoli elemento essenziale della vita quotidiana dei veneziani, almeno fino alla costruzione del primo acquedotto, alla fine dell’Ottocento.

I pozzi, grazie ad un ingegnoso sistema per la raccolta e il filtraggio dell’acqua piovana, assicuravano ad una città costruita sull’acqua salmastra della laguna l’approvvigionamento di acqua dolce: “Venezia è in acqua et non ha acqua”, così infatti scriveva Marin Sanudo, storico e cronista veneziano, intorno ai primi anni del 1500. Il pozzo veneziano è una cisterna sotterranea per la raccolta, la depurazione e la conservazione dell’acqua piovana, e la vera da pozzo non è che la parte visibile del pozzo vero e proprio.

Una ricca serie di vere da pozzo, alcune delle quali molto antiche, è conservata anche al Museo Archeologico e al Museo di Storia Naturale di Venezia

Fonte “DeTourism”